Descrizione
La spada celtica tipo La Tène B è stata una delle più fortunate di tutto l’evo antico.
I Galli sviluppano questo tipo di arma estremamente versatile, utile sia al taglio che alla punta, nel corso del IV secolo a.C.
Con una lama a sezione lenticolare che generalmente spazia tra i 60 e i 70 cm, si tratta di una spada tecnologicamente molto avanzata e di realizzazione accurata – al contrario delle successive La Tène C. Tra i Celti, questa spada era un’arma costosa, destinata solo alle élite.
Con la calata in Italia nel IV secolo, questa spada passa ben presto a essere adottata dalla quasi totalità delle popolazioni dell’Italia antica, Romani compresi.
Il più antico manufatto con scritto il toponimo “Roma” è proprio una spada di tipo La Tène B prodotta nell’Urbe, a cavallo tra IV e III sec. a.C. Inoltre, i Romani la adottano in massa, affiancandola allo xiphos di origine greca, tanto che la parola gladius deriva direttamente dal nome celtico per la spada, kladios/kladimos, così come probabilmente il sistema di sospensione a destra.
Mentre i Celti abbandoneranno la La Tène B nel passaggio al III secolo, i Romani useranno questo tipo di spada molto a lungo, fino almeno al II-I sec. a.C., affiancata sempre allo xiphos, ormai sempre più raro, e all’ormai preponderante gladio ispanico.
Le spade tipo La Tène B sono sempre accompagnate da un fodero in parti metalliche assemblate tra loro a incastro – un sistema nato già nel V sec. a.C.
Una soluzione alla necessità di avere foderi sempre più robusti, e smontabili per permetterne la migliore manutenzione (un prodotto altamente tecnologico, destinato, tra i Celti, solo alle élite).
Le decorazioni a dragoni affrontati di due dei foderi disponibili, anch’esse realizzate totalmente a mano, sono riprese da un motivo decorativo diffuso in tutta l’area celtica, in modo particolare proprio sui foderi, dalla Britannia all’Europa Centrale – esempi italiani si possono per esempio trovare a Monte Bibele (BO), datati al IV sec. a.C.
I foderi in tre pezzi, completamente smontabili e riassemblabili come gli originali, sono stati interamente realizzati a mano in Italia, a opera di Francesco Galluccio.