Una delle nostre più recenti realizzazioni ha riguardato la riproduzione di uno scudo della cultura Villanoviana/Orientalizzante, ovvero le fasi più antiche di formazione della civiltà etrusca.
Si tratta di una riproduzione ispirata allo scudo appartenente al corredo della tomba maschile 871 della necropoli di Casal del Fosso di Veio, risalente al 730-720 a.C. circa, cioè fine della fase villanoviana.
Lo scudo
Questo tipo di scudo, realizzato in lamina di bronzo, aveva molto probabilmente funzioni sia belliche che rituali.
Gli scudi circolari in bronzo sono piuttosto diffusi nelle culture europee dell’età del Bronzo finale e della prima età del Ferro.

Corredo della tomba maschile 871 della necropoli di Casal del Fosso, 730-720 a.C. ca.
Le funzioni rituali sono senz’altro confermate dalla frequenza dei rinvenimenti in contesti sicuramente connessi ad attività religiose, quali ad esempio in fosse di fondazione di abitati (come a Tarquinia), confermato dai temi iconografici ricorrenti, per quanto riguarda i contesti villanoviani, che spesso raffigurano simbologie solari ed altri simboli ricorrenti in altri manufatti di carattere artistico-religioso della cultura Villanoviana, quali figure umane, uccelli acquatici ecc.
Un ulteriore aspetto che conferma un aspetto rituale di questa tipologia di scudi è la quasi onnipresente applicazione di una serie di pendagli in bronzo, all’interno dello scudo, applicati in modo tale da colpire e far risuonare pressoché ad ogni minimo movimento la lamina metallica dello scudo stesso. Ovviamente questo tipo di accessorio non doveva avere nessuno scopo funzionale, ma poteva ben più verosimilmente essere connesso ad attività rituali quali le danze armate, come raffigurato ad esempio sul cinerario bronzeo dell’Olmo Bello da Bisenzio, o sulla “Stele delle spade” dalla necropoli di Marano di Castenaso.
Nel caso di una danza armata, infatti, i pendagli bronzei agirebbero come sonagli per sottolineare ed enfatizzare il ritmo imposto dal movimento del guerriero allo scudo stesso.
Per quanto riguarda un suo utilizzo bellico, nonostante le perplessità, originate dall’estrema rarità dell’utilizzo di scudi metallici in altre fasi dell’antichità, che in molti casi ha fatto propendere gli studiosi verso un uso esclusivamente rituale di tali scudi, l’archeologia sperimentale viene in soccorso dell’ipotesi di un possibile utilizzo reale. Barry Mollow, pur utilizzando riproduzioni in rame anziché in lega, quindi decisamente più deformabili agli urti e al taglio per le intrinseche caratteristiche del rame rispetto alla sua lega con lo stagno, dimostra la funzionalità per lo meno degli scudi che presentano i maggiori spessori della lamina (tra 0,6 e 1 mm).
Nostre precedenti esperienze con riproduzioni in ottone (lega di rame e zinco), materiale dalle caratteristiche non molto dissimili dalla lega rame-stagno, confermano che scudi del genere sono perfettamente in grado di essere utilizzati adeguatamente in un combattimento. Se, infatti, sono piuttosto soggetti ad essere perforati da violenti colpi di punta (ad esempio da una stoccata di lancia), sono praticamente insensibili al taglio. D’altronde la totalità degli scudi in altri materiali come legno, cuoio, feltro ecc., sono soggetti alla penetrazione da parte di punte dotate di sufficiente energia cinetica. Considerando che gli scudi metallici facevano sicuramente parte di panoplie possedute da guerrieri d’elite, ovvero di “portatori di spada”, arma elitaria in questa fase cronologica; è verosimile che lo scudo in lamina di bronzo fosse pensato principalmente per i duelli tra aristocratici guerrieri.

Una nostra precedente replica di scudo villanoviano, realizzata in parte con l’aiuto di macchine utensili.
La nostra riproduzione
Nonostante avessimo già realizzato uno scudo simile diversi anni fa, questa realizzazione si è rivelata un progetto completamente sperimentale, non di archeologia sperimentale in senso stretto, dato che né lo scopo né le risorse disponibili erano finalizzate alla sperimentazione. Tuttavia la precedente realizzazione si avvaleva di una parte di lavorazioni effettuate tramite macchine utensili, e una semplificazione della decorazione che rendevano il lavoro molto meno problematico.
In questo caso invece si è proceduto ad una realizzazione il più fedele possibile, compatibilmente con le risorse, svolta completamente a mano. Alcune limitate semplificazioni della decorazione sono state necessarie per mantenere i tempi di lavorazione, e di conseguenza i costi, entro i limiti concessi. Le circonferenze concentriche che percorrono lo scudo, realizzate nell’originale con linee continue intervallate da bugnette semisferiche, sono nel nostro caso realizzate solo tramite queste ultime.
Il materiale utilizzato è lamiera d’ottone di spessore 0,8 mm, anziché bronzo: le lamiere di bronzo attualmente disponibili sono realizzate con leghe dalle caratteristiche fondamentalmente diverse da quelle antiche e presentano una lavorabilità altrettanto diversa, che renderebbe impossibile realizzare le decorazioni presenti sugli originali.
Lo sbalzo delle bugnette semisferiche è stato effettuato tramite un punzone a punta semisferica e piastra-incudine in piombo. La parte centrale, l’umbone, è stata principalmente lavorata sul sacco di sabbia. Le decorazioni ad anelli concentrici (simboli solari, verosimilmente) sono stati riprodotti con un punzone apposito che presenta esattamente il disegno ad anelli, realizzato in acciaio (anziché in bronzo con lega ad alto contenuto di stagno come probabilmente sarà stato l’originale).
Tuttavia questo punzone, del diametro di circa 4 cm, si è rivelato ben presto non sufficientemente efficace ad ottenere il risultato voluto su questo tipo di lega, utilizzando la piastra-incudine in piombo.
E’ stato quindi necessario realizzare un’incudine in acciaio col disegno in negativo del punzone, come se si trattasse di un conio. La procedura di realizzazione è consistita quindi di una prima fase in cui sono state segnate le posizioni di ogni circolo nelle fasce decorative, quindi un primo sbalzo con un semplice punzone a punta semisferica, sul quale centrare successivamente il punzone ad anelli concentrici. Nella fase successiva, battendo il punzone ad anelli concentrici sulla piastra di piombo, sono stati blandamente impressi gli anelli; infine, ponendo questo sbalzo abbozzato sul conio incusso (con la decorazione in negativo), è stato ribattuto fino ad ottenere la decorazione definitiva.

Parte degli strumenti utilizzati per la ricostruzione dello scudo
La complessità della successione delle fasi e la resistenza sicuramente eccessiva della lega ad alto tenore di zinco rispetto a quella di una lega a tenore decisamente inferiore di stagno (più malleabile), quale quelle utilizzate per i bronzi antichi, ha comportato spesso problemi: difficoltà a centrare perfettamente il disegno concentrico in alcuni casi, fino ad alcune microfratturazioni della lamina in altri casi.
In conclusione, considerando la precisione e la nitidezza delle decorazioni osservabili sugli scudi in lamina villanoviani, si può ipotizzare che i bronzisti utilizzassero un sistema simile a quello del punzone “positivo-negativo”, con punzoni realizzati in bronzo duro ad alto tenore di stagno, su lamine in bronzo malleabile a minor tenore di stagno. In questo modo i punzoni sarebbero risultati sufficientemente più duri della lamina che andavano ad imprimere, ottenendo decorazioni precise e definite.
Attualmente l’impossibilità di controllare le leghe dei materiali utilizzabili in lastra, rende particolarmente problematica la riproduzione di repliche fedeli e coerenti e, d’altra parte, la realizzazione artigianale di lastre a partire da un getto di colata realizzato con una lega nota e scelta in base alle esigenze di lavorazione, richiede un investimento di ore lavoro e utensili dedicati tale da renderlo impraticabile per realizzazioni occasionali: la realizzazione della lastra di bronzo per creare manufatti a partire da essi, già in età protostorica sottintendeva necessariamente un’organizzazione della catena produttiva tutt’altro che improvvisata o primitiva, ma, al contrario, ben strutturata e organizzata.
I bronzisti dell’Età del Bronzo e dell’Età del Ferro furono sicuramente in grado di ottenere lamiere di bronzo con caratteristiche specifiche di lega, e punzoni e matrici con una lega diversa, sufficientemente controllata per essere efficace.

Il risultato finale della nostra lavorazione, parte esterna

La nostra replica, parte interna
Approfondimenti
Maria Bonghi Jovino. La tromba-lituo di Tarquinia nel suo contesto di rinvenimento.
La tromba-lituo di Tarquinia nel suo contesto di rinvenimento | Aristonothos. Rivista di Studi sul Mediterraneo Antico
Riti e miti di fondazione nell’Italia antica. Riflessioni su alcuni contesti di area etrusca, in G. Bartoloni – L.M. Michetti (a cura di), Mura di legno, mura di terra, mura di pietra: fortificazioni nel Mediterraneo antico, Atti Convegno Internazionale (Roma 2012), ScAnt 19.2-3, 2013, pp. 333-357
(PDF) Riti e miti di fondazione nell’Italia antica. Riflessioni su alcuni contesti di area etrusca, in G. Bartoloni – L.M. Michetti (a cura di), Mura di legno, mura di terra, mura di pietra: fortificazioni nel Mediterraneo antico, Atti Convegno Internazionale (Roma 2012), ScAnt 19.2-3, 2013, pp. 333-357 | Laura Maria Michetti – Academia.edu
Barry Molloy. For Gods or Men? A Reappraisal of the Function of European Bronze Age Shields
https://www.academia.edu/317869/For_Gods_or_Men_A_Reappraisal_of_the_Function_of_European_Bronze_Age_Shields
Lara Comis, Corrado Re. Riti guerrieri nel contesto funerario della cultura Villanoviana/orientalizzante. Una ricerca integrata.
https://www.academia.edu/2207057/Riti_guerrieri_nel_contesto_funerario_della_cultura_Villanoviana_orientalizzante_Una_ricerca_integrata_Lara_Comis_Corrado_Re
Maurizio Martinell. La lancia, la spada, il cavallo. Il fenomeno guerra nell’Etruria e nell’Italia centrale tra età del bronzo ed età del ferro.
La lancia, la spada, il cavallo – Regione Toscana
Cecilia Predan. La necropoli di Casale del Fosso. Nuovi dati alla luce di un riesame complessivo in Società e pratiche funerarie a Veio: Dalle origini alla conquista romana
https://iris.uniroma1.it/retrieve/handle/11573/1118948/1369475/Predan_Necropoli-Casale-Fosso_2019.pdf
Luciana Drago Troccoli. Raffigurazioni “mostruose” nel repertorio iconografico dell’Italia mediotirrenica nella I età del Ferro, in Atti del Convegno Monstra. Costruzione e percezione delle entità ibride e mostruose nelle culture del Mediterraneo antico, II, a cura di I. BAGLIONI, Roma 2013, pp. 129-164.
Raffigurazioni “mostruose” nel repertorio iconografico dell’Italia mediotirrenica nella I età del Ferro, in Atti del Convegno Monstra. Costruzione e percezione delle entità ibride e mostruose nelle culture del Mediterraneo antico, II, a cura di I. BAGLIONI, Roma 2013, pp. 129-164. | Luciana Drago – Academia.edu
Anthony Harding. Warfare: a defining characteristic of Bronze Age Europe?
https://www.academia.edu/9590562/Warfare_a_defining_characteristic_of_Bronze_Age_Europe
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