Che corazza indossa un console al tempo della Seconda Guerra Punica?
Domanda meno banale di quanto non appaia. La corazza, elemento fondamentale della panoplia di ogni combattente, lo è a maggior ragione per un console del medio periodo repubblicano. Come altri pezzi dell’equipaggiamento militare, l’armatura non è solo un pezzo di uso pratico, ma anche dall’alto valore simbolico.
In questo senso, l’armatura di un console riflette due diverse tendenze “ideologiche”: l’assorbimento dell’influenza ellenistica da una parte, o un forte legame con la tradizione dall’altro.
Vediamo quindi in che tipo di armatura si riflettono queste due tendenze.
Il ricalco dei modelli ellenistici è espresso al meglio da una corazza di tipo “tube-and-yoke” (o più correttamente, secondo la ricerca compiuta da Corrado Re, “armatura a corsaletto con spallacci”), realizzata in materiali organici o con una costruzione composita. Il modello di condottiero ellenistico per eccellenza è infatti Alessandro il Grande, che anche nel celebre mosaico della battaglia di Isso (ripreso da un’opera più antica) indossa una di queste corazze.
Anche se non abbiamo attestazioni dirette per il mondo romano, il fatto che l’armatura a corsaletto sia adottata nella rappresentazione dei personaggi di rango in altre aree d’Italia è un forte indizio che questa venisse utilizzata anche dai comandanti della Repubblica.
I colori preferiti sembrano essere stati, sulla stessa armatura, bianco e rosso. L’armatura presenta inoltre spesso decorazioni a gorgone sul petto (con una declinazione romano-italica, derivata da modelli ellenistici, decisamente diversa da quella greca originaria) e fasci di fulmini di Zeus-Giove sugli spallacci.
Il legame con la tradizione è invece rappresentato dalla corazza anatomica, realizzata in metallo.
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Le armature anatomiche romane e italiche, al contrario dei modelli rappresentati dall’arte tardo repubblicana e augustea, tra IV e III sec. a.C. si presentano disadorne, usualmente senza pterugi e senza spallacci (elementi, questi ultimi, che derivano dall’ibridazione con le armature a corsaletto ellenistiche).
La colorazione di alcune rappresentazioni di queste corazze, in azzurro anziché in giallo, potrebbe far presumere una loro costruzione in ferro o, assai più probabilmente, un’argentatura.
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