Uno degli elementi sicuramente più distintivi della panoplia celtica, senz’altro se parliamo del periodo dal III sec. a.C. in poi, è la lancia.
Ma ricostruire una lancia celtica è tutt’altro che ovvio: bisogna infatti conoscere alcune sue importanti caratteristiche e seguirne l’evoluzione, per ottenere il risultato storicamente più accurato e non creare qualcosa di approssimativo.
Vediamo insieme quali sono le caratteristiche per la ricostruzione storicamente accurata della lancia gallica, in particolare nel III sec. a.C.
La prima cosa da notare è, nel passaggio dal IV al III sec. a.C., è che la lankia (lancia) celtica appare diffusa ad ampio spettro in tutto il panorama militare gallico. Se nel IV sec. era infatti appannaggio dell’élite guerriera infatti, quale simbolo di status sociale (a imitazione delle panoplie mediterranee), nel III sec. a.C. è un’arma diffusa a ogni livello sociale.
Nelle tombe galliche del periodo a volte è addirittura l’unica arma offensiva presente.
Per una ricostruzione storicamente accurata, ricorda quindi che ogni membro del tuo gruppo dovrebbe averne una.
Oltre a essere più diffusa di prima (segno dell’introduzione massiccia di tattiche oplitiche e di formazioni anche di non professionisti della guerra), aumentano notevolmente anche le dimensioni generali della lankia, in particolare asta e cuspide.
Se nel IV sec., a imitazione della precedente dory greca ed etrusca, le lance galliche si attestavano intorno ai 250 cm di lunghezza, nel III sec. tale misura viene superata, in certi casi forse superando addirittura i 300 cm.
A tale allungamento dell’asta si accompagna anche un ingrandimento della cuspide.
La punta di lancia celtica del III sec. a.C. è infatti lunga variabilmente dai 45 ai 70 cm, con una robusta costolatura centrale – andando a superare le punte di lancia di già notevoli dimensioni del IV sec. a.C., che si attestavano usualmente tra i 40 e i 50 cm di lunghezza.

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Nei territori occidentali della keltiké, come Italia e Gallia, la punta di lancia ha usualmente un profilo piuttosto slanciato, a volte con la base della lama notevolmente più larga del resto – caratteristica che dona a molte punte di lancia celtica un caratteristico profilo “a pera”.

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Per la ricostruzione accurata della lancia celtica del III sec. a.C., non può ovviamente mancare il puntale.
Più di tutto il resto, questo piccolo ma fondamentale elemento è indice della trasformazione della lancia celtica e dell’arte della guerra presso i Galli.
Il puntale del III sec. a.C. infatti non solo non ha più un innesto a cannone, ma realizzato tramite un “chiodo”, ma perde qualunque caratteristica potenzialmente offensiva.
Si presenta infatti di forma usualmente troncoconica e non è acuminato: al contrario, la punta è smussata o, a volte, presenta addirittura un terminale sferico.
Ne risulta palesemente evidente come il puntale celtico del III sec. a.C., concepito per essere montato su lance utilizzate in formazioni “oplitiche”, sia stato pensato per non ferire i compagni nelle file posteriori della formazione.

Puntale di lancia celtico per il III sec. a.C. Clicca sull’immagine o clicca qui per saperne di più.
Per ricapitolare: cosa ti serve per ricostruire in modo accurato una lankia gallica del III sec. a.C.?
Un’asta lunga almeno un paio di metri, una punta di lancia costolata lunga tra i 45 e i 70 cm, e un puntale smussato che si fissa inchiodandolo.
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Alla prossima!
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