Ph. Evropantiqva

E’ ben noto che i Romani abbiano sempre adottato gli equipaggiamenti dei loro nemici, spesso perfezionandoli.

Ma ci sono almeno due pezzi di equipaggiamento militare che i Romani hanno “copiato” senza effettuare troppe modifiche, e che li hanno accompagnato per diverso tempo…due parti fondamentali della dotazione di un legionario romano, imitate da quelli che vengono considerati di solito l’opposto per antonomasia: i guerrieri celti.

Vediamo quindi quali sono questi due pezzi – e perché dovresti adottarli anche tu se ricostruisci un legionario repubblicano o guerriero gallo di alto rango del IV-III sec. a.C.

1. La cotta di maglia

La cotta di maglia romana, chiamata da noi usualmente lorica hamata (ma si tratta in realtà di un neologismo), è una delle armature più longeve e versatili della Storia. I Romani la usarono per secoli e secoli, facendone quasi certamente l’armatura più utilizzata di tutte – senz’altro molto più della iconica, ma probabilmente più rara, cd. lorica segmentata…e sapevi che hanno adottato la cotta di maglia proprio dai Celti, tra IV e III sec. a.C.?

Sono proprio i Galli gli inventori di questo straordinario tipo di armatura.
Tra le prime testimonianze delle armature in anelli di ferro tra i Galli, abbiamo la statuaria del Sud della Francia, soprattutto il busto di Fox-Amphoux conservato al Museo di Marsiglia. Sebbene la datazione sia dibattuta, è verosimilmente da attribuire alla fine del IV secolo a.C. o all’inizio del III. Diversi anche i reperti di frammenti di armature, dal III secolo a.C. in poi, da diverse località europee.
Le armature ad anelli erano dapprima realizzate con anelli semplicemente accostati e in seguito sia con anelli semplici sia con anelli chiusi con ribattino.

Le prime armature ad anelli galliche imitavano nella forma le armature a corsaletto (es. linothoraxspolàs), ed è assai probabile che fossero così anche le prime loricae adottate dai Romani.
Tra l’altro, sappiamo proprio dai Romani stessi che questo tipo di armatura è di origine celtica: infatti, lo storico e grammatico Varrone riferisce che il nome di questa armatura in latino è gallica.

Presso i Romani, la cotta di maglia gallica ci metterà pochissimo ad affermarsi, ma ancora tra III e II sec. a.C. è probabilmente indossata più che altro da veterani e da quei soldati che potevano permettersi una corazza tanto costosa, come i triarii.

La nostra replica di lorica gallica. Clicca qui o sull’immagine per saperne di più.

2. La spada La Tène B

Abbiamo già parlato in altre occasioni, in modo approfondito, di quanto una delle spade più usate e apprezzate dai Romani nel periodo repubblicano fosse la spada gallica tipo La Tène B. Prima di proseguire, ti lasciamo tre link qui sotto dai quali potrai approfondire leggendo i nostri precedenti articoli. 

La spada La Tène B. Una spada fortunata

La Tène B: la spada dei legionari romani

Che spade usavano i legionari romani repubblicani?

Qui, ci limiteremo a riportare uno dei dati più interessanti che fa capire quanto quest’arma di origine celtica, che per i Galli era riservata alle loro élite guerriere, abbia avuto un impatto pesante sulle panoplie romane.

Come ben saprai, la spada in latino si chiama gladius…ebbene, questo termine non è di origine latina, bensì celtica – deriva infatti dalla parola kladios/kladimos. Quando i Romani adottano la spada La Tène B nel corso del IV sec. a.C., lo fanno talmente in massa che non solo iniziano a fabbricarne loro stessi (il primo oggetto con scritto il toponimo “Roma” è proprio una spada di tipo gallico!), ma che adottano persino il termine per definire la spada.

Si può ben dire quindi che, anche se poi i Romani adotteranno altri modelli di spada, il gladio originale sia…una spada celtica!

Nostra replica di spada La Tène B. Clicca qui o sull’immagine per saperne di più.

 

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