Il 25 giugno 2022 ha visto l’inaugurazione della sezione open air del Museo Delta Antico di Comacchio, dedicata all’antico insediamento etrusco di Spina. Questo open air museum è composto da due case ricostruite del IV sec. a.C., di cui una quasi totalmente arredata da noi.

Un arredamento non casuale, ma frutto di una lunga ricerca, con l’obiettivo di fornire l’immagine più realistica possibile dell’aspetto di un’abitazione etrusca del IV sec. a.C.
Vediamo che pezzi abbiamo deciso di inserire nella casa e perché.

Foto di Cristina Bagnara, Comunicattivi

Klinai e tavolini

Gli arredi più importanti sono da considerare i due klinai (plurale di klìne, in greco, lettini per il relax e i  pasti) corredati dai rispettivi tavolini.

Spina, città-emporio fortemente influenzata dalla cultura greca, presentava probabilmente un aspetto molto più “grecizzato” di altre città etrusche contemporanee, per questo si è scelto di riprodurre arredi ispirati alla raffigurazioni della ceramica di importazione greca.

La ricostruzione della coppia di klinai è stata corredata di  coperte e cuscini, grazie all’esperienza ed efficienza delle titolari di Kleio s.n.c. : Monia Pederneschi e Manuela Amadasi.
Si tratta di tessuti artigianali con colori e decorazioni felicemente ispirati alle raffigurazioni degli affreschi etruschi.

Lo specchio

Tra gli oggetti tipici delle case etrusche dovevano esserci gli specchi, ritrovati molto spesso nelle tombe femminili. 

Ph. Martina Cammerata

Nella casa spinetica abbiamo posto una riproduzione di uno specchio del V secolo a.C. proveniente da Vulci e raffigurante, sul retro, la dea Eos che porta il corpo del figlio Memnone, ucciso da Achille, nel racconto dell’Iliade. Si tratta di un’iconografia ben riconoscibile, grazie alle numerose rappresentazioni sulle ceramiche figurate greche.

Oggetti prestigiosi e durevoli, come gli specchi in bronzo, potevano talvolta essere tramandati per generazioni come beni di famiglia.

L’aspis e le armi

Il tipico scudo rotondo da oplita, simbolo dell’uomo d’armi greco, italico od etrusco, veniva orgogliosamente esposto, insieme alle altre armi, all’interno delle abitazioni, così come ci viene mostrato, ad esempio, da alcune tombe a camera etrusche realizzate a somiglianza delle abitazioni dei vivi.

Lo vediamo nella Tomba dei Rilievi, risalente alla fine del IV secolo a.C., nella necropoli della Banditaccia a Cerveteri, o la Tomba Giglioli, databile agli inizi del III secolo a.C. a Tarquinia. 

La nostra riproduzione propone un tipo di decorazione piuttosto diffuso nelle raffigurazioni etrusche: una specie di decorazione “a fiore”, talvolta con un volto (probabilmente di Gorgone) al centro. 

Alcuni esempi di questa tipologia di decorazione  sono visibili nella Tomba Francois della seconda metà del IV secolo, a Vulci.

Insieme allo scudo è esposta la spada, anch’essa di tipo greco (lo xiphos) e un elmo, invece tipicamente etrusco. Si tratta di un elmo in bronzo denominato “Montefortino” tipo IV secondo la classificazione di Paddock. Risale al IV-III secolo a.C. ed è tipico dell’area etrusca.

L’arma principale dell’oplita era comunque la lancia, posizionata in un angolo della casa insieme a due giavellotti:provengono da Spina infatti anche alcune punte di giavellotto.

La frombola e le ghiande missili

Negli scavi di Spina sono numerose le ghiande missili in piombo, probabilmente connesse con l’attività di caccia all’avifauna, attività decisamente congeniale con la collocazione deltizia della città.

Una famosa rappresentazione di tale attività tra gli etruschi ci viene offerta dalla Tomba della Caccia e della Pesca del VI secolo a.C. a Tarquinia. 

Alle ghiande va naturalmente abbinata la fionda, realizzata in lino e cuoio.

Il vestiario

Appeso a ganci nella casa o riposto vicino ai giacigli, abbiamo posto l’abbigliamento dei padroni di casa.

L’abito femminile è stato realizzato ispirandosi ad alcuni affreschi tombali etruschi del IV secolo, periodo a cui è riferibile la ricostruzione dell’abitazione del Museo Open Air di Comacchio.

Uno degli affreschi presi a riferimento è quello  nella tomba degli scudi datata alla fine del IV secolo a.C. 

Ad esso è abbinato un leggero mantello rosso, il colore  “per antonomasia” nel mondo antico, molto presente nell’abbigliamento femminile raffigurato in questi contesti. 

All’abito e al mantello sono abbinate un paio di calzature alte e chiuse, simili a quelle raffigurate  sempre nell’affresco della tomba degli scudi.

Per l’abbigliamento maschile è presente invece una corta tunica, o chitonisco, in lino  un po’ grossolano, abbinata ad un mantello in spessa lana grigia, un indumento adatto alla vita all’aperto e all’esposizione alle intemperie, ai tempi più tipica della vita maschile.

Il colore rosa del chitonisco è stato scelto per evidenziare l’apprezzamento per il colore del mondo etrusco, dove i “codici sociali” per la scelta dei colori, differivano notevolmente da quelli moderni: sono infatti rosa le armature di alcuni dei guerrieri raffigurati sul “Sarcofago delle Amazzoni” databile al terzo venticinquennio del IV secolo a.C. e conservato nel Museo archeologico nazionale di Firenze

La grattugia

Che cosa meglio del ciceone per un convivio classico?

il termine kykeón di per sé non indica alcun tipo standard di bevanda, bensì molte bevande differenti, che di ingredienti comuni avevano solo l’orzo. Per il resto, i componenti andavano dal vino al miele, dal formaggio all’acqua, dalla cipolla al timo: il termine, preso a sé, equivale al generico cocktail

Fra le prime citazioni letterarie: Iliade XI, 638–641, dove Ecamede, la schiava di Nestore, lo prepara con vino di Prammo su cui versa formaggio di capra da una grattugia di bronzo e farina bianca d’orzo.

Senz’altro vi servirà allora una grattugia per il formaggio. 

Nel repertorio archeologico dell’Età del Ferro italica compaiono diverse grattugie, anche da Spina.  Abbiamo così ricostruito una grattugia etrusca in bronzo, sulla base del reperto da Spina.

La nostra ricostruzione comprende un manico in legno, ispirato ad un altro reperto etrusco dalla Tomba dei Flabelli di Populonia, che ancora conserva parte del manico in ferro e legno. Il manico è dotato di un foro ed un laccio per poterla appendere alla parete, come mostrato per molti utensili nella famosa Tomba dei Rilievi, a Cerveteri.

Altri arredi

L’arredo di una casa abitata, come tutti sappiamo, è fatta anche molti oggetti “minori” meno appariscenti ma non meno importanti .

Tra questi abbiamo una serie di cesti e cestini in vimini, stoviglie di legno, economiche comode e quasi infrangibili, per gli usi quotidiani; sacchi per immagazzinare i vari materiali necessari e da ultimi ma non da meno, due giacigli con cuscino e coperta.

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